La visione è il “senso” più sviluppato del nostro organismo. Spesso è utilizzato come sinonimo del termine vista. Questa è uno dei cinquev sensi; precisamente, è quello mediante il quale è possibile percepire gli stimoli luminosi e, quindi, la forma, il colore, la dimensione e la posizione degli oggetti. Tale percezione avviene, prevalentemente, per mezzo degli occhi Secondo Aristotele (nell’incipit della Metafisica Un’altra originale definizione del termine “visione ” è quella che attribuisce alla nostra mente la facoltà di proiettare all’esterno del nostro corpo un mondo virtuale. Questo mondo apparente è individuale e coerente con le esperienze dei singoli individui. Per spiegare questi termini (mondo virtuale, mondo apparente, mondo individuale e mondo coerente con le esperienze dei singoli) si deve partire dal fatto che l’elaborazione dell’immagine è fatta dal binomio cervello-mente. Quindi, stiamo parlando, di un fenomeno (la visione estremamente complesso. Per il senso comune, il mondo che ci circonda è reale e concreto; non c’è nulla di più inverosimile che affermare che ciò che noi vediamo intorno a noi non è altro che un’immagine virtuale. E’ ragionevole ritenere (anche dal punto di vista scientifico) che le immagini del mondo che ci circonda, siano assolutamente virtuali e individuali. Questo concetto non è di facile intuizione solo perché l’uomo è, sostanzialmente, un essere visuale. Cioè, è abituato a vedere e considerare reale ciò che la vista gli fornisce come immagine, il tatto gli conferma insieme all’udito ed agli altri sensi. Tutti noi abbiamo imparato ad attribuire lo stesso “nome” alla stessa “cosa”. Questo non vuol assolutamente dire che, per esempio, un cane visto da due persone venga rappresentato dalla loro menti nello stesso modo. Basta pensare al diverso modo di percepirlo tra una persona che lo ha allevato fin da piccolo, quindi lo “vedrà” con tenerezza, con amore, con simpatia, con tolleranza e gli sembrerà bello,, ed un’altra persona che ne è stata morsa, sicuramente, quest’ultima, lo percepirà con timore, con terrore, con fastidio e gli apparirà orrendo. E’ ragionevole ritenere che la rappresentazione del mondo che ci circonda è estremamente individuale. Si può affermare con certezza che “come” vede un individuo è sicuramente diverso da “come” vede la stessa cosa un altro. Un esempio di più semplice comprensione e molto studiato dal punto di vista scientifico, è quello della diversa percezione dei colore. Per meglio dire, degli oggetti che noi vediamo colorati. Esistono soggetti affetti da discromatopsie ossia vedono male alcuni colori. Alcuni non percepiscono il rosso e sono definiti daltonici. Orbene chiediamoci come vedrà il “fuoco” un daltonico? E’ probabile che lo veda grigio. Le fiamme gli appariranno di varie gradazione di grigio. La cosa più interessante è che lui ha imparato a chiamarle rosse quelle fiamme!! Ed ancora una volta è ragionevole pensare che esistano delle differenze individuali nella percezione dei colori. Per definire il mondo virtuale ed apparente esiste un esempio tanto semplice e comune, da sembrare assurdo. Ebbene, guardiamoci allo specchio. Un atto tanto comune eppure quello che vediamo riflesso in tre dimensioni è un mondo virtuale, apparente, rappresentato su una superficie bidimensionale! Dietro lo specchio con ci siamo noi, ma solo la nostra immagine, non c’è l’ambiente che sta alle nostre spalle e che pure vediamo. Dietro allo specchio certamente c’è un muro. Nonostante ciò noi percepiamo quel mondo “virtuale”. Il termine virtuale è mutuato dal mondo dell’ottica geometrica. Mentre il termine apparente è più indicato per definire ciò che vediamo. Infatti, sempre guardando allo specchio, noi vediamo riflessa la nostra immagine. Ma con due piccole particolarità. L’immagine che percepiamo ha la destra invertita con la sinistra. E questo fenomeno può essere spiegato con la costruzione geometrica dell’immagine riflessa. La seconda particolarità e che ci vediamo con la testa in alto ed i piedi in basso. Ma questo contraddice l’ottica geometrica che abbiamo usato per spiegarci l’inversione destra con sinistra. E’ solo la nostra mente che ricostruisce un mondo apparente, ed è appena il caso di aggiungere, coerente con la nostra esperienza. La maggior parte del cervello umano è impegnato ad elaborare le informazioni visive. Anche quando dormiamo e sogniamo, “ Si stima che l’ 84% delle informazioni che ci giungono dal ondo Dal punto di vista fisiologico, la visione è il risultato di complessi e, non sempre noti, processi di ricezione, memorizzazione, elaborazione, trasmissione, interpretazione di stimoli. La ricezione delle informazioni esterne (input) avviene tramite “tutti ” i ricettori del nostro organismo. Gli occhi, per la visione, sono i principali, ma non gli unici ricettori. Le informazioni visive che colpiscono gli occhi sono radiazioni elettromagnetiche. Vengono percepite e trasformate in impulsi bio elettrici dalla retina (solo quelle di lunghezza d’onda compresa tra 380 e 760 nano metri). La retina, convertiti i segnali in impulsi bio elettrici, li pre elabora. Poi questi, attraverso un lungo e complesso trasferimento giungono al cervello, da questo vengono processati e confrontati con la memoria, con le informazioni che provengono dagli altri ricettori, (udito, tatto, equilibrio, ecc.) e dopo un percorso complesso attraverso varie arie celebrali (questa è la parte meno nota della visione) la nostra mente forma le immagini che proietta all’esterno del nostro corpo (output). Quello che proietta è l’immagine che ognuno di noi ha del mondo esterno. Un’immagine sicuramente individuale, diversa da uomo a uomo.
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